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Conoscere la Malattia di FABRY

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MALATTIE

RARE

CONOSCERE

la MALATTIA di FABRY

LA MALATTIA DI FABRY

pag. 3

pag. 23

pag. 33

GUIDA ALLA CONSULENZA GENETICA

GUIDA ALL’ANAMNESI FAMILIARE

LA MALATTIA DI FABRY

LA MALATTIA DI FABRY

La Malattia di Anderson-Fabry o, più semplicemente Malattia di Fabry,

prende il nome dai due dermatologi che per primi la descrissero nel 1898:

i dottori William Anderson, in Inghilterra, e Johannes Fabry in Germania.

La Malattia di Fabry è una condizione rara, che può colpire maschi e femmine

di tutte le età e di qualsiasi etnia. Si tratta di una condizione genetica,

ossia trasmessa nelle famiglie dai genitori ai fgli.

Questa malattia genetica ereditaria è defnita come un disordine progressivo,

in quanto può peggiorare con il passare del tempo.

Può causare una serie di problemi di salute e una varietà di sintomi

che coinvolgono organi diversi. Inoltre, è possibile che siano presenti danni

agli organi anche senza che si manifestino sintomi evidenti.

CHE COSA CAUSA LA MALATTIA DI FABRY?

La Malattia di Fabry è una malattia da accumulo lisosomiale.

Essa è dovuta, infatti, a un accumulo di zuccheri glicosfngolipidi nei lisosomi.

Gli enzimi sono sostanze che supportano le reazioni chimiche prodotte

dalle cellule del corpo. Uno degli enzimi normalmente prodotti dall’organismo

è chiamato enzima alfa-galattosidasi A o, per brevità, alfa-GAL.

L’alfa-GAL provvede alla degradazione di una sostanza grassa denominata

globotriaosilceramide, anche detta GL-3 o Gb-3.

Nelle persone con Malattia di Fabry, l’organismo non produce una quantità

suffciente di alfa-GAL, oppure l’enzima è presente ma non funziona

correttamente. Ciò signifca che il Gb-3 non può essere degradato normalmente;

questa sostanza grassa si accumula nelle cellule del corpo, in strutture chiamate

“lisosomi”. L’accumulo di Gb-3 può danneggiare le cellule del corpo,

facendo sì che non funzionino bene come prima. Gradualmente, questo porta

a problemi di salute in diversi distretti corporei.

ONTE

Accumulo di GL-3 all’interno della cellula

causato dal defcit di alfa-GAL

Normale degradazione di GL-3 da parte

dell’enzima di alfa-GAL all’interno della cellula

COME SI TRASMETTE LA MALATTIA DI FABRY IN FAMIGLIA?

Il gene che produce l’enzima alfa-galattosidasi A (gene GLA) è situato

sul cromosoma X. Per questo motivo la Malattia di Fabry viene defnita

malattia genetica “legata al cromosoma X”. Questo gene non è mai presente

sul cromosoma Y. Poiché il gene per l’enzima alfa-GAL è situato sul cromosoma X,

la Malattia di Fabry si esprime in modo diverso negli uomini e nelle donne.

Gli uomini con Malattia di Fabry avranno sempre un gene GLA difettoso,

in quanto possiedono un solo cromosoma X. Ciò signifca che gli uomini

con Malattia di Fabry generalmente non dispongono di alcun enzima alfa-GAL

attivo o solo di una quantità molto piccola.

Le donne possiedono due cromosomi X e, se affette da Malattia di Fabry,

avranno in genere un cromosoma con il gene difettoso e un cromosoma

con il gene correttamente funzionante. Nelle cellule di un organismo femminile,

uno dei cromosomi X viene inattivato nel contesto di un processo chiamato

inattivazione del cromosoma X (indicato anche come lionizzazione).

Trattandosi di un processo casuale, nelle donne con un gene difettoso,

si possono presentare le seguenti casistiche:

• nella maggior parte delle cellule viene inattivato il cromosoma X funzionante;

• nella maggior parte delle cellule viene inattivato il cromosoma X difettoso;

• in un numero all’incirca uguale di cellule viene inattivato il cromosoma X

funzionante o il cromosoma X non funzionante.

LA MALATTIA DI FABRY

Come conseguenza di tale variabilità, i sintomi, la loro gravità e l’età

in cui insorgono possono variare signifcativamente nelle donne, potendo essere

altrettanto gravi che negli uomini.

MODALITÀ DI TRASMISSIONE NEL CASO DI PADRE AFFETTO

DA MALATTIA DI FABRY

Un uomo trasmette il cromosoma X affetto alle fglie e il cromosoma Y ai fgli.

Se presenta il gene affetto della Malattia di Fabry:

• trasmetterà il gene alfa-GAL difettoso sul suo cromosoma X a tutte le fglie,

che avranno a loro volta il cromosoma X affetto;

• non trasmetterà il cromosoma X affetto ai fgli maschi (in quanto trasmette

solo il cromosoma Y ai fgli, che ricevono il cromosoma X dalla madre).

ONTE

LA MALATTIA DI FABRY

MODALITÀ DI TRASMISSIONE NEL CASO DI MADRE AFFETTA

DA MALATTIA DI FABRY

Una donna trasmette uno dei suoi cromosomi X ai fgli o alle fglie.

Se è affetta dalla Malattia di Fabry, generalmente solo uno dei suoi

due cromosomi X presenterà un gene alfa-GAL difettoso.

• Ciò signifca che ci sono il 50% di possibilità che trasmetta il cromosoma

affetto ai fgli o alle fglie a ogni nascita.

Se la madre trasmette il cromosoma affetto, il fglio (sia maschio che femmina)

avrà a sua volta il cromosoma X affetto.

SEGNI E SINTOMI

La Malattia di Fabry è una patologia rara;

per questo, non sempre viene riconosciuta.

I sintomi sono per lo più non specifci per

la malattia e in alcuni casi vengono trascurati.

Pertanto, può volerci molto tempo prima

che la Malattia di Fabry venga correttamente

diagnosticata.

La Malattia di Fabry si sviluppa nel corso

del tempo e progredisce, causando un danno

sempre maggiore all’organismo.

Alcuni sintomi possono peggiorare e possono

svilupparsene di nuovi. Progredendo, la malattia

può portare a gravi problemi di salute.

I sintomi della Malattia di Fabry possono

insorgere in età infantile e variano spesso

in modo signifcativo da una persona all’altra.

La Malattia di Fabry può progredire in modo

silente all’interno dell’organismo e, in molti casi,

non causare alcun sintomo o disturbo evidente

durante la progressione.

Le persone (bambini e adulti) affette da Malattia

di Fabry manifestano tipicamente una serie

di segni e sintomi:

ONTE

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LA MALATTIA DI FABRY

SINTOMI

INFANZIA

ADOLESCENZA

ETÀ ADULTA

Episodi di crisi dolorose

Dolore neuropatico

Scarsa o assente sudorazione

(Ipoidrosi/anidrosi)

Opacità corneale

(Cornea verticillata)

Febbri ricorrenti

Intolleranza al caldo

e/o al freddo

Manifestazioni psicosociali

Proteinuria

Disturbi gastrointestinali

Angiocheratomi

Fatica

Insuffcienza renale

Complicanze neurologiche

Malattia cerebrovascolare

Disfunzione cardiaca

Perdita dell’udito e tinnito

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